L’evoluzione del Baule Louis Vuitton: custode avventuriero, affascinante ed elegante.

E’ la borsa da viaggio per antonomasia, la più antica e la più elegante. Nata per esploratori, avventurieri, principi ed artisti è da sempre uno straordinario custode di affascinanti itinerari e di antiche memorie.
Apri un vecchio baule impolverato rappresenta la scoperta”.

Oggi il baule si usa meno di un tempo, è diventato uno scrigno, il depositario di oggetti del tempo che fu, un pezzo da collezionismo o d’arredo.

Ma è un bene prezioso da conservare con cura. E il maker-box ovvero il creatore di bauli è un mestiere molto antico.

I bagagli si sono evoluti nei secoli divenendo, come spesso capita nella moda, riflesso dei cambiamenti economici e sociali. Tra i bauli antichi ritrovati uno risale addirittura al XIV secolo a.C. e faceva parte del corredo funebre del Faraone Tutankhamon.

LOUIS VUITTON inizia a 16 anni a lavorare come apprendista fino a realizzare bauli “capolavoro”.

La storia del baggage è legata soprattutto ad un paese e ad un nome. La Francia e Louis Vuitton. La tradizione nella creazione di valigeria dell’azienda che oggi conta oltre 14.000 dipendenti.

Nel 1837 l’appena sedicenne Louis decide di lasciare il suo paesino natale Anchay nella Francia orientale e percorre a piedi 250 chilometri per raggiungere la Ville Lumière e lavorare come apprendista di Monsieur Marechal, famoso fabbricante di valigie.

All’epoca i principali mezzi erano le carrozze e i bagagli, casse di pioppo realizzate a mano e su misura, i pochi viaggiatori del tempo ricorrevano così ad artigiani per imballare e proteggere i loro effetti personali. Il giovane Louis, la sua abilità artigiana e la capacità di personalizzazione a seconda delle esigenze del cliente attirano l’attenzione dell’altra società.

Il giovane diviene ben presto l’imballatore preferito dell’imperatrice Eugenia de Montijo, moglie di Napoleone III che lo nomina suo personale Maker-box. E’ a quel, decide di tentare la fortuna.

Nel 1854 si mette in proprio e apre il suo primo negozio-laboratorio “Louis Vuitton Malletier”. Da quel momento in poi la storia parla da sé.

Lui e le generazioni future diventarono creatori dei bauli Louis Vuitton: i più amati, ricercati e desiderati. I bauli d’haute couture.

Nel 1858, l’anno in cui nasceva la prima agenzia turistica in Inghilterra (in Italia dovremo attendere l’anno 1897), Louis compie un ulteriore passo e inventa la valigia-iconica: un parallelepipedo a base rettangolare anziché bombata come si usava a quel tempo, molto leggero ma al tempo stesso resistente, totalmente impermeabile. La copertura rigida, gli angoli metallici e all’interno vari ripiani e scomparti per riporre vestiti e accessori.

Vuitton non crea solo un nuovo baule, Vuitton da forma alla concezione moderna del viaggio.

Quelli sono anni cruciali per i trasporti: viene inaugurata la prima ferrovia francese, e l’anno successivo l’ormai affermato imballatore apre un laboratorio ad Asnières-sur-Seine, poco fuori Parigi. Ancora oggi negli stessi edifici si trova l’atelier della casa di moda. Qui 200 artigiani creano accessori da viaggio su misura.

Sin dal principio Vuitton è imitatissimo e si deve difendere dai tentativi di contraffazione. Nel 1888 crea il pattern “Damier canvas”, il popolare tema a scacchi con quadrati marroni e beige alternati, per proteggere le sue creazioni originali dai falsi.

E’ così che nasce il primo bagaglio di lusso, il bagaglio di lusso, il bagaglio griffato.

Pensate che i motivi della Maison Damier e Monogram (che si ispira al design orientale della tarda epoca vittoriana) sono tra i più falsificati al mondo. Secondo Forbes l’azienda che fattura 5,5 miliardi di euro investe una cifra strasosferica, ben 15 milioni all’anno, nel suo ufficio legale in cause legate alla falsificazione. Senza riuscire ad arrestare il fenomeno.

Anno dopo anno eleganza, funzionalità, leggerezza della struttura e impermeabilità del rivestimento diventarono elementi distintivi della valigia LV, ideali per i lunghi viaggi.

È innegabile il fatto che oggi il baule venga utilizzato meno per il suo scopo primario, però è altrettanto vero che il suo ruolo è cambiato in quello di uno scrigno gelosamente custodito o complemento d’arredo e ce lo insegnano le immense collezioni personali di celebrities come Kanye West, Travis Scott, Chiara Ferragni e Paris Hilton.

A noi piace pensare che, come afferma Louis Vuitton, “I bauli sono straordinari custodi di antiche memorie. All’apertura di un vecchio baule, riaffiorano miriadi di immagini, odori dimenticati e aneddoti curiosi. Dall’inizio del XIX secolo a oggi, ne sono stati prodotti centinaia di migliaia. Ognuno con la propria storia. Ognuno con una diversa destinazione nel mondo. Alcuni riposano in soffitta. Altri sono esposti in un museo. Altri ancora, proseguono il loro viaggio“.

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